sabato 24 maggio 2014

Ricerca o animali? Alessandria deve scegliere

Animalisti o ricerca medica? Lega antivivisezione e AgireOra o Airc e Telethon? Sono curioso di capire come risolverà, il Comune di Alessandria, la querelle scoppiata negli ultimi giorni. Ho provato a telefonare, ho parlato con l'ufficio stampa e con l'ufficio comunale per la tutela degli animali: mi faranno sapere lunedì, dopo le elezioni (in Piemonte ci sono pure le regionali). Forse è meglio così, meglio affrontare il problema senza il "doping" della campagna elettorale.

Questi i fatti. Venerdì 16 maggio, al Teatro Alessandrino di Alessandria, è andato in scena “The musical show Love Tour 2014″, con la compagnia artistica Ostinata Passione. Un evento di solidarietà, il cui ricavato è andato alla Fondazione Telethon, che come è noto finanzia la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Come accade sempre per manifestazioni simili, il concerto aveva ottenuto il patrocinio del Comune di Alessandria. Peccato però che lo stesso comune, pochi mesi prima, avesse approvato all'unanimità, con 19 voti su 19, una mozione (la 32/507), presentata dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Angelo Malerba, avente per titolo "Alessandria Comune contro la vivisezione". Con la mozione approvata, si impegnava il Comune di Alessandria a non patrocinare nessun evento di associazioni che avessero per finalità la sperimentazione animale nell’ambito di ricerca e nello specifico ”ad evitare qualsiasi patrocinio e collaborazione a qualsiasi titolo, con tutti gli eventi sul territorio atti a promuovere la raccolta di fondi per le associazioni e fondazioni per la ricerca medica, a meno che esse non si impegnino per iscritto a non finanziare alcun progetto di sperimentazione su animali per il presente e il futuro”.

Tra gli enti citati rientrano praticamente tutte le charities che finanziano la ricerca. Dalle big, come Telethon, Airc, Aism, Ail, Fondazione Veronesi, alla miriade di piccole e piccolissime associazioni, formate per lo più da genitori che cercano disperatamente di metter insieme quattrini per pagare gli studi di qualche scienziato che un giorno possa trovare la cura per i propri figli. Tutti quelli che operano in questo ambito sanno che prima che una terapia possa venire sperimentata sull'uomo è indispensabile che questa venga testata sul modello animale (nel 99 per cento dei casi si tratta di topi). Non esiste nessun farmaco, checché ne dicano gli animalisti, che possa essere immesso in commercio senza una sperimentazione sull'animale. E sui banconi delle farmacie non esiste nessuna medicina che non abbia seguito questo iter. Gli anti vivisezionisti dicono che ci sono modi diversi di sperimentare, ma purtroppo questo non corrisponde al vero. A meno che non si decida di utilizzare come cavie gli stessi bambini.

Torniamo ad Alessandria. Il patrocinio dell'evento del 16 maggio era chiaramente in contrasto con la delibera di cui sopra. Ovvio quindi che qualcuno notasse la cosa e protestasse formalmente. Lo ha fatto il Movimento 5 Stelle, come riferiscono alcune testate online locali. Il ragionamento dei grillini non fa una piega: "Riteniamo che gli avvenimenti di questi ultimi giorni ci pongano di fronte ad un ennesimo comportamento contraddittorio da parte dell’Amministrazione. Approvare mozioni per poi andare a disattenderle a distanza di pochissimi mesi, cos’è se non mancanza di coerenza? Ci sorge, altresì, il dubbio che il Sindaco non conosca il contenuto delle mozioni approvate in Consiglio. Il M5S, fin dall'origine contrario alla vivisezione, auspica che il Comune di Alessandria assuma una posizione netta e definitiva su questo tema, in linea con quanto votato dall'intero Consiglio. Unico modo per scongiurare il ripetersi in futuro di analoghe situazioni.”

La palla torna così al Comune. Che, passate le elezioni, dovrà decidere, una volta per tutte, da che parte stare. Se passerà la linea animalista è possibile che nel giro di poco dal no ai patrocini si passi anche al divieto per la concessione del suolo pubblico dei banchetti di raccolta. O, perché no, anche alla chiusura delle associazioni. Così gli anti vivisezionisti avranno giustizia. E Alessandria potrà vantarsi di essere il primo comune "ricerca free"

lunedì 5 maggio 2014

Su Piazza: Spiderciccio, Napoli e dieci chilometri di emozion...

Su Piazza: Spiderciccio, Napoli e dieci chilometri di emozion...: Non mi era mai capitato, di correre piangendo. Di mischiare lacrime e sudore. Di provare così tante emozioni, in soli 10 chilometri. Eppure ...

Spiderciccio, Napoli e dieci chilometri di emozioni

Non mi era mai capitato, di correre piangendo. Di mischiare lacrime e sudore. Di provare così tante emozioni, in soli 10 chilometri. Eppure sapevo che quella di ieri sarebbe stata una giornata impegnativa, ero preparato alla commozione.

Mi ero fatto fare una maglietta ad hoc. Davanti la foto di Ciccio con il pugnetto alzato in segno di vittoria e la maglia della Roja, la nazionale spagnola di calcio, con le firme di tutti i campioni, che aveva ricevuto come regalo poco prima di andarsene. Dietro, avevo fatto stampare la scritta: "Corro per Ciccio e tutti gli altri". Avevo postato su Facebook che avrei partecipato alla Walk of Life di Telethon, a Napoli, la corsa per la ricerca che per l'occasione era stata dedicata proprio a lui, a Francesco, detto Ciccio e recentemente ribattezzato Spiderciccio perché amava l'uomo ragno e in fondo era anche lui un piccolo supereroe. Mi aveva risposto Antonio, il padre: "Speravo venissi. Così finalmente potremo riabbracciarci".

Ero arrivato in treno, mezz'ora prima del via. Giravo per piazza del Plebiscito, una piazza bellissima, colorata, piena di sole, di vita e di amore, così diversa dalle immagini della sera prima, con la curva dello stadio Olimpico, il tifoso con la maglietta della vergogna e le solite scene di guerriglia. Salutavo ex colleghi, ricercatori che conosco da una vita, amici della Uildm e di altre associazioni. Ero contento di vederli, ma sentivo l'ansia salirmi dentro, perché l'ora dello start si stava avvicinando e non avevo ancora incontrato i genitori di Ciccio.

Quando ero ormai pronto, dietro la linea di partenza, insieme ad altre centinaia di persone, ho finalmente visto Antonio, circondato da podisti che lo abbracciavano e si facevano fotografare con lui. Anche loro avevano scritto Ciccio, sulla maglia, mentre quella di Antonio era la stessa che portava Ciccio, nella foto che avevo messo sulla mia. Ho aspettato che salutasse tutti e mi sono avvicinato. Non ci siamo detti nulla. Solo un lunghissimo abbraccio. Lui singhiozzava, io lo stringevo forte ma non piangevo. Mi sembrava di vivere in un sogno, con il tempo che si dilatava. Con tutti gli altri che ci facevano spazio ed applaudivano forte. Non so quanto sia durato quell'abbraccio. Poi non ci siamo detti nulla, tranne che ci saremmo rivisti a corsa finita.

Subito dopo siamo partiti, con lo sparo dello start dato dallo stesso Antonio insieme ad Andrea Ballabio, il capo dei ricercatori del Tigem, un grande scienziato con un grande cuore. E' stato in quel momento, appena passata la linea di partenza, subito dopo aver azionato il cronometro, che le lacrime hanno cominciato a scendere. Ho pensato a tante cose, in quei tre quarti d'ora di corsa. Ad Antonio che singhiozzava, naturalmente. Ai tanti genitori di ragazzi malati che ho conosciuto, da trent'anni a questa parte. Alla loro forza, al loro coraggio. Al vuoto che devono affrontare quando i loro figli se ne vanno. Alla straordinaria lezione di vita che mi hanno sempre dato. Ho pensato a me, al mio lavoro per Telethon e a quello, ancora prima, con la Uildm. Tutte cose che cambiano, si evolvono, ma non finiscono.

Intorno a me c'era una città bellissima. Un lungomare da brividi, con le isole, nitidissime, sullo sfondo. Salite e discese che toglievano il fiato, in tutti i sensi. Napoli, con tutte le sue contraddizioni, la sua passione e la sua allergia all'ordine e alle regole. All'arrivo ero provato ma, vuoi per le lacrime, vuoi per le endorfine, ero molto più sereno di quando ero partito. Ho rivisto Antonio, insieme a Nadia, la moglie. Ci siamo dati appuntamento ai primi di giugno, quando la Walk of life farà tappa a Roma. Poi ho salutato tutti e sono andato alla stazione, per tornarmene a casa.

In treno, ho realizzato di essere molto affamato, perché a digiuno dalla sera prima. Ho aperto il pacco gara e dopo aver mangiato un pacchetto di biscotti ho seriamente rischiato di ingurgitare una confezione di Lenor all'aroma di vaniglia perché le scritte erano troppo piccole e non sapevo fosse un detersivo. Quando ho capito cosa stavo per fare ho cominciato a ridere, come uno scemo. Poi sono crollato addormentato.